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Un neologismo per chi ama la trippa

In italiano la parola "offivoro" non esiste, ma in inglese si: offivorous significa "divoratore di trippa", ed il termine viene usato per riferirsi (soprattutto) ad animali che si cibano di interiora. Come ci sono quelli onnivori dunque, che si nutrono indifferentemente sia di sostanze vegetali che di sostanze animali, così ci sono quelli "offivori" che si limitano a nutrirsi di frattaglie. La parola deriva dal termine inglese del quattordicesimo secolo offal ("trippa, interiora"), tuttora in uso, unito al suffisso "-voro" (dal latino "vorare" ovvero "mangiare").

Il corrispettivo italiano che più si avvicina ad offivorous è saprofago (ma anche saprobo), aggettivo che indica animali, come gli avvoltoi per esempio, che si cibano di scarti animali specie se in avanzato stato di decomposizione.

È chiaro che l'abbinamento non è dei più felici: per quanto uno adori la trippa, ripugna l'idea di poter essere etichettato come "saprofago" per mancanza di altri termini specifici. Forse sarebbe il caso di introdurre e promuovere l'uso di "offivoro" come neologismo importato: c'è però il rischio che venga facilmente interpretato come "mangiatore di offa", quella specie di focaccia che gli auguri romani "gettavano innanzi ai polli sacri, a fine di prender gli auguri". In questo caso, basta lasciarsi andare alla creatività per azzardarsi a suggerire almeno un paio di creazioni lessicali, etimologicamente corrette quantunque al momento inesistenti, come "frattaglivoro" o "trippovoro", certi di riscuotere l'approvazione di tutti i trippaiologhi.

Illustrazione tratta dal libro di Ben Schott, "Schott's Food & Drink Miscellany", pubblicato da Bloomsbury (New York - London 2004).


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