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PAESI BASSI – Il dipinto a olio “Het Straatje” (La stradina di Delft) è ritenuto uno dei capolavori del pittore olandese Jan Vermeer. Databile tra il 1657 ed il 1658, “La stradina di Delft” raffigura una strada della città natale del pittore, così come appariva nel diciassettesimo secolo, durante il cosiddetto Secolo d’oro: due case unite da uno stretto passaggio, due donne impegnate in lavori domestici e due bambini accovacciati a giocare. E “la vita silenziosa delle cose appare riflessa entro uno specchio terso; dal diffondersi della luce negli interni attraverso finestre socchiuse, dal gioco dei riflessi, dagli effetti di trasparenze, di penombre, di controluce”. Soffermandosi sulla scena si notano particolari minuti: i mattoni sbrecciati degli edifici, le finestre piombate con le imposte di legno, l’intonaco delle due case che non arriva al primo piano, il marciapiede di sanpietrini attraversato da un fossetto di scolo. Ma non è tanto l’architettura che interessa al maestro olandese, quanto catturare la tranquilla quotidianità di un giorno qualunque, in una “atmosfera sospesa di sottile poesia”.
Il luogo esatto del dipinto di Veermer è stato oggetto per decenni di ricerche e opinioni contrastanti. Alcuni hanno voluto identificarlo con Voldersgracht, luogo che oggi ospita il Centro Veermer; altri invece con Nieuwe Langendijk all’altezza degli odierni numeri civici 22 e 26. È stato Frans Grijzenhout, professore di storia dell’arte presso l’università di Amsterdam, a svelare una volta per tutte il mistero. Dopo aver consultato in maniera certosina i catasti edilizi ed i registri delle imposte di Delft del diciassettesimo secolo è riuscito a restringere il campo di ricerca alle case con passaggi in comune, fino ad identificare la “stradina” in quello che al tempo era uno dei quartieri più poveri di Delft, e precisamente i due edifici ancora oggi visibili in Vlamingstraat tra i numeri civici odierni 40 e 42.
Non solo. Dalle ricerche di Grijzenhout si è anche scoperto che la casa sulla destra del dipinto apparteneva alla zia del pittore, Ariaentgen Claes van der Minne, una vedova con cinque figli che si guadagnava da vivere vendendo trippa, e che lo stretto passaggio tra i due edifici era conosciuto come “Penspoort”, ovvero il “Cancello della trippa”.
Dei trentacinque dipinti di Veermer che ci sono pervenuti, solo due rappresentano paesaggi (l’altro è la “Veduta di Delft”). L’opera “La stradina di Delft” è conservata nel Rijksmuseum di Amsterdam.
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Come ricorda Leo Codacci nella prefazione al volume originale, in “Troppa Trippa” Indro Neri ha proposto “uno studio, una ricerca accurata, un atto di amore che esaltano la stessa storia tenuta in vita a Firenze dai ventisette trippai” ed il volume, che era di quasi duecento pagine ma viene ora ripubblicato in agili Quaderni, “è anche far poesia di quella vera… particolarmente per la trippa”. In questa deliziosa ricerca, che aveva impegnato l’autore per tre lunghi anni, era contenuta la storia dei trippai dall’antichità ad oggi, le ricette toscane sulla trippa, quelle regionali da tutta Italia e quelle caratteristiche di ogni nazione oltre ad indicazioni culinarie ripescate da antichi manoscritti o grazie alla tradizione popolare; e ancora curiosità sulla trippa, notizie sulle confraternite italiane e straniere per la promozione della trippa nel mondo, la trippa nella poesia, nella letteratura e nei fumetti, modi di dire e proverbi sulla trippa e molto altro ancora. Tutti questi contenuti – rivisti ed ampliati da nuove ricerche – vengono ora raccolti periodicamente nella collana dei Quaderni di TroppaTrippa.com, pubblicazioni tematiche per la gioia di chi ama la trippa anche se è troppa.
Fiorentino, editore, scrittore e giornalista, dal 1997 Indro Neri si occupa di trippa, collabora regolarmente a riviste, siti Internet e blog, ed ha al suo attivo numerosi libri. Appassionato di viaggi e di storia della gastronomia italiana e straniera, è stato ospite di Rai Uno e Rete 4 in veste di esperto di trippa nel mondo ed è tuttora regolarmente invitato a presenziare fiere, concorsi ed eventi gastronomici sul quinto quarto. Uno dei fondatori della Accademia della Trippa nel 2008, nel 2019 è stato insignito del titolo di Commendatore d’Onore della Confraternita d’la Tripa di Moncalieri e dal 2023 fa parte della North American Tripe Association. Indro è sempre disponibile per collaborazioni, interventi e presentazioni sulle mille curiosità legate al tema della trippa.
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