Il lampredotto è una istituzione: qui a Firenze lo trovi ovunque. Tutto però mi sarei aspettato tranne che di vederlo spuntare nel menù della pizzeria Santarpia, dove sono andato stasera a mangiarmi appunto una pizza in compagnia. È scorrendo la lista degli antipasti che vedo fare bella mostra di sé il “lampredotto alla nostra maniera” raccontato come “pizzetta fritta ripiena del lampredotto di Luca Cai e la nostra salsa verde”. E ovviamente non mi sono fatto scappare l’occasione di assaggiarlo.
Stabiese d’origine e fiorentino d’adozione, Giovanni Santarpia è noto come il maestro della pizza fritta e ci ha voluto qui regalare un “panino” che coniuga i sapori dello street food napoletano con quello fiorentino in maniera perfettamente riuscita. Il successo di questa proposta si deve al sapore a noi familiare del lampredotto? All’uso rigoroso della sola farina di tipo O di Molino Quaglia? All’impasto a doppia lievitazione? Alla frittura leggera affinata da anni di esperienza? Sinceramente non sono riuscito a trovare un unico motivo. È stata una vera esperienza gustativa a tutto tondo, una “montanara fiera di sciacquare i panni in Arno, per dirla alla manzoniana maniera, e per un attimo pronta a scordare i più campani mozzarella e pomodoro”.
E se il nome Santarpia è un marchio di fabbrica tra i pizzaioli, per noi appassionati del lampredotto non c’è sigillo di garanzia più ufficiale di Luca Cai, quello dell’osteria tripperia Il Magazzino che da sempre ci delizia con le sue innovative proposte di quinto quarto, e che può esser fiero di uscire a testa alta anche da questa collaborazione.