Il 19 gennaio Lodi festeggia il proprio patrono, San Bassiano, che dal 374 al 409 è stato il primo vescovo della città. In questa occasione tutti gli anni i lodigiani possono contare sulla distribuzione gratuita di busecca, una iniziativa voluta e capitanata dal presidente della Pro Loco Ettore Cattani. La tipica zuppa di trippa lombarda, inizialmente preparata nelle cucine dell’ospedale, dal 2019 viene cucinata nel cortile della locale Croce Rossa Italiana. Arrivato sabato sera, sono stato gentilmente invitato dal presidente della Croce Rossa Massimo Pizzocri a presenziare ai preparativi ed anche se si trattava di fare nottata non mi sono tirato indietro. Quello che non mi aspettavo era di ritrovare il rinomato pentolone della Fiera nazionale della trippa, arrivato direttamente da Moncalieri, necessario per la sua capienza da Guinness dei primati.
Alle tre e mezzo del mattino è cominciata la cottura dei trenta quintali di busecca, partendo con un soffritto di sedano, carote e cipolle, e quindi incorporando piano piano gli altri ingredienti, dalla trippa alla pancetta ed alla carne macinata, dai fagioli alle patate e ai pomodori pelati, fino all’immancabile vino bianco. A condurre una “orchestra” composta da rappresentanti della Pro Loco e numerosi volontari della Croce Rossa Italiana, lo chef Francesco Algieri, professore all’Istituto professionale Luigi Einaudi di Lodi che, oltre che a dirigere sapientemente le fasi della preparazione del piatto da ogni angolo del pentolone, ha potuto contare sull’aiuto dei ragazzi della sua scuola per la preparazione delle verdure, che sono giunte sul posto già pronte per essere utilizzate.
Sfidando una leggera pioggia intermittente, la distribuzione gratuita della busecca è cominciata alle 10:30 del mattino sotto gli archi del Broletto, edificio che dal 1284 è sede delle istituzioni civiche. La maggior parte dei lodigiani era attesa verso le 12, al termine della Santa Messa che ha voluto onorare il patrono di Lodi e, come da copione, a mezzogiorno la fila si è ingrossata notevolmente. Tutti però si è svolto senza troppa attesa né confusione, grazie agli agenti della Polizia locale che hanno regolato il “traffico” con simpatia ed al lavoro perfettamente sincronizzato dei volontari che ha reso tutto scorrevole. Dall’apertura alla chiusura, avvenuta intorno alle ore 14, sono state distribuite quasi cinquemila porzioni di trippa.
E devo dire che si è trattato di una trippa cucinata con maestria, ben cotta, ricca di ingredienti ma non troppo brodosa, servita caldissima da una pentola industriale posizionata sotto i portici, ed impreziosita ovviamente dalla raspadura, ovvero da sfoglie di formaggio sottilissime ed arricciate raschiate con il coltello da una forma di grana padano.