Si fa presto a dire panzanella: qui a Firenze è quella chiamiamola “insalata estiva” fatta con pane raffermo strizzato nell’aceto e condita con pomodori, cetrioli, cipolle, basilico a seconda delle versioni. Ieri sera, alla Sagra della trippa di Massa, ho avuto dunque un primo dubbio quando scorrendo il menù ho visto “panzanella con salumi”. “Ci metteranno dei tocchetti di lardo di Colonnata” ho pensato, vista la zona. Continuando a leggere ho trovato poi “panzanella con lampredotto e salsa verde” e qui ho fatto un giro di lingua a bocca vuota per immaginarmi la combinazione dei sapori a me noti. Ovviamente ne ho ordinata subito una porzione, assieme ad un piatto di quella trippa che dà il nome a questa pluridecennale sagra estiva toscana.
Dopo aver gustato la trippa – tenera e davvero buona, solo leggermente rossa, esattamente come la trippa alla carrarina a suo tempo scoperta poco distante da qui – la giovane cameriera è arrivata al tavolo portandomi un panino fritto ripieno. Se il nome è identico al panzedotto già assaggiato a Firenze, questa declinazione massese (anche qui etichettata come “panzedotto”) era invece molto più simile alla pizzetta fritta di Santarpia, anche se purtroppo non sufficientemente “carica”, né dal punto di vista della quantità del ripieno, né dal quello del sapore del lampredotto, soverchiato dalla salsa verde.
Il tiro va aggiustato, ma la proposta è comunque da mantenere sul menù della prossima edizione, magari spiegando a chi viene da fuori cosa sia la panzanella locale ed ai massesi invece cosa sia il lampredotto (che molti in fila alle casse lo ignoravano).