Da questo mercoledì è in pieno svolgimento ad Umin di Feltre la Sagra di San Marcello, evento dedicato alla degustazione di piatti della tradizione. Ovviamente non poteva mancare la trippa, anzi, il menù di questa sagra bellunese la propone al sugo, con fagioli gialèt, oppure in brodo di gallina.
Ed è proprio quest’ultima versione che ho voluto assaggiare oggi a pranzo, non tanto perché non mi ricordo di aver mai assaggiato trippa in brodo, quanto perché inizialmente il brodo in cui cuocere la trippa veniva preparato con galline offerte spontaneamente dagli abitanti del luogo e ho voluto nel mio piccolo rendere omaggio a questa sentita tradizione locale assaggiando una trippa in brodo che, credetemi, era tanto semplice quanto deliziosa.
Lo spirito di quella prima edizione, voluta per raccogliere fondi destinati al restauro della vicina chiesa di San Marcello, non è cambiato ma la sagra continua ogni anno ad intrattenere un numero sempre maggiore di commensali, tanto che le galline per il brodo oggi non bastano più e vanno acquistate perché i quantitativi di trippa necessari per accontentare tutti quelli che restano a pranzo, a cena o la portano via sporzionata nell’arco dei cinque giorni di festa ammontano a ben quindici quintali. Fortunatamente il Gruppo Alpini di Villabruna che sta dietro all’organizzazione della Sagra di San Marcello si è attrezzato con una vera e propria “tripperia da campo” che farebbe invidia ad un qualunque apparato industriale. La trippa viene lavorata sul posto in tre fasi distinte prima di essere servita.
E senza perdere un colpo: dal momento del pagamento alla cassa a quando sono stato servito sono passati meno di dieci minuti, nonostante il tendone della sagra fosse affollatissimo di gente, ed il menù proponesse un’ampia varietà di piatti da scegliere. Tra questi, accompagnata da giardiniera di verdure e cren, c’era anche la gallina lessa, quella appunto servita per fare il brodo della trippa.