- NUN C’È TRIPPA PE’ GATTI – Detto quando non c’è niente da fare appunto come quando manca la trippa per i gatti.
- È FINITA LA TRIPPA! – Sono finiti i tempi delle vacche grasse, tempi in cui si mangiava a sbafo o gratis (di significato simile al più noto “Nun c’è trippa pe’ gatti”).
- GIOVEDÌ GNOCCHI, SABATO TRIPPA – Nel dopoguerra le trattorie romane cominciarono a servire a rotazione settimanale dei piatti tanto semplici quanto tipici: il giovedì gli gnocchi, il venerdì il pesce (in osservanza del precetto cattolico) e di sabato la trippa (manzi e vitelli si macellavano solitamente alla vigilia della domenica), piatto sostanzioso che anticipava la festa del giorno successivo.
- A LA TRIPPA LA MENTA, AR PISELLO ER PROSCIUTTO E SU TUTT’E DUA METTECE UN GOTTO – Un altro modo di dire romano che suggeriva di cucinare la trippa con la menta, i pisellini col prosciutto e di gustare poi il tutto con un bel bicchiere di vino.
- DIVINTARI QUANTU TRIDDINARI DI TRIPPA COTTA – Farsi piccolo piccolo per paura o minacce altrui, piccolo come la quantità di trippa cotta che si acquista con tre soldi.
- FÀCCE ‘NA FIGURA DE TRIPPAROLO – Fare una figura da trippaiolo cioè una pessima figura: il lavoro del trippaio non era dei più stimati, associato com’era ad un cibo considerato di infima qualità.
- LA TRIPPA DE VACCINA FA VERGOGNA A CHI LA CUCINA – Modo di dire che conferma come il precedente la bassa considerazione di cui godeva la trippa.
- TRIPPA AR SUGO E BACCALÀ IN GUAZZETTO – Detto accennando a qualsiasi cosa che torna a ripetersi come queste due pietanze che venivano cucinate regolarmente ogni venerdì e sabato.
- LA COSCIENZA È COME LA TRIPPA: LA VIENE DA TUTTE LE PARTI – Un proverbio toscano fra i meno noti.
- TRIPPA E SECRE SU’ ‘A VRIGOGNE DA ZUCCA – Trippa e bietole son la vergogna della suocera.
- A CHI PIACE LA TRIPPA, A CHI ER BUDELLO – Proverbio popolare romano.
- A CASTELU PIACE PIÙ LA TRIPPA CHE IL BUDELU – Proverbio popolare dell’Umbria.
- LU TROPPO È TRIPPA – Ovvero il troppo stroppia, in un proverbio popolare della Calabria.
- LA TRIPPA È NNA RITI: CHIÙ CI MENTI, CHIÙ CI CAPI – Proverbio calabrese che letteralmente significa “La trippa è come una rete: più ci metti, più ne prende” riferito al fatto che la trippa assorbe facilmente il sapore degli ingredienti ai quali viene abbinata.
- A MEGGHIU MEDICINA È VINU E MORZEDDHU A MATINA – Proverbio popolare calabrese: la meglio medicina è vino e morzello la mattina.
- ACQUA COTTA, PANE SPREGA E TRIPPA ABBOTTA – Proverbio popolare romano.
- SEGGIOLA’EVI CHE POI SI STRIPPA – “Mettetevi a sedere che si mangia la trippa”, un modo di dire del vernacolo fiorentino.
- PORTAI PINNICAS CHE SU CENTU PILLONIS – Modo di dire sardo per indicare una persona contorta e di difficile convivenza col prossimo (letteralmente “Avere tanti anfratti come il centopelli della trippa”).
- T’A FAJE CU LL’OVE ‘A TRIPPA! – “Te la fai con le uova la trippa!” in dialetto napoletano. La trippa rappresenta una sfortunata situazione che uno deve per forza di cose affrontare, ed il suggerimento di prepararla con le uova servirebbe a rendere meno difficile il doverla mangiare, un po’ come il poco di zucchero che serve a mandar giù la pillola.
- ‘A TRIPPA DI ZIANATA – “La trippa di tua zia!”, un insulto siciliano utilizzato nel mondo della mafia americana.
- A FIRENZE FACEVO I’ TTRIPPAIO, M’É SUCCESSO UN GROSSISSIMO GUAIO: LA MI’ MOGLIE, UNA DONNA PIACENTE, DAVA VIA LA TRIPPA PE’ NIENTE – Una simpatica battuta a rima baciata che gioca sul doppio senso di “trippa”.
- MANGIA’ LA BÜSECA DE SAN BASSAN VÖR DI’ STAR BEN TÜT L’AN – Letteralmente: “Mangiare la trippa di San Bassiano, vuol dire stare bene tutto l’anno”: la leggenda sostiene che il vescovo Bassiano promise ai suoi concittadini che la peste non avrebbe mai contagiato Lodi; così fu e per questo Bassiano venne santificato e divenne il patrono della città lombarda, ricordato il 19 gennaio di ogni anno con distribuzione della tradizionale “büseca de San Bassan“.
- TRIPE TREVISANE – Pittoresco eufemismo con il quale i barcaioli veneziani indicavano le “donne mondane” (prostitute), anche dette “gratapanze”.
- LAMPREDOTTO E UN BIANCO POSCIA, MEGLIO È ASSAI D’UNA BRIOSCIA – Modo di dire fiorentino: un panino al lampredotto si gusta meglio se accompagnato da un bicchiere di vino bianco.
- A TRIPPA È DI PEDDICCHIA, CCHIÙ MANGI E CCHIÙ STENDICCHIA – Modo di dire di Reggio Calabria che ricorda che “la trippa è fatta di pelle, più [ne] mangi, più si espande”. Il “ne” è mio…
- PAN PADOVANO, VIN VICENTINO, CARNE FURLANA, TRIPPE TRIVIGIANE – Ad ognuno la sua specialità, quindi il pane a Padova, il vino a Vicenza, la carne nel Friuli e la trippa a Treviso.
- VENESSIANI GRAN SIGNORI, PADOVANI GRAN DOTTORI, VICENTINI MAGNAGATI, VERONESI TUTI MATI, […] TREVISANI PAN E TRIPE, ROVIGOTI BACO E PIPE […] – Parte di una filastrocca popolare veneta che gioca sugli stereotipi provinciali.
Illustrazione originale di Toni Vedù per il libro di David Conati “Noi veneti”