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La trippa sui vascelli in rotta per le Indie Orientali

INGHILTERRA – Uno dei più rari libri di gastronomia inglese è “The Art of Cookery, Made Plain and Easy”: della prima edizione ne rimangono appena quindici copie. Pubblicato in proprio a Londra nel 1747 da Hannah Glasse, questo manuale di cucina offre uno spaccato dell’epoca, riportando tra i suoi capitoli anche una sezione dedicata ai comandanti di vascello (“XI. For Captains of Ships”).

Una curiosa preparazione che si trova in questo volume è quella per conservare la trippa in vista dei lunghi viaggi marittimi dall’Inghilterra verso l’arcipelago malese: a quell’epoca infatti la Compagnia Inglese delle Indie Orientali (British East India Company) era l’impresa commerciale più potente della sua epoca. Fondata il 31 dicembre 1600, in competizione con quella olandese (la celebre Vereenigde Oostindische Compagnie), la Compagnia giocò un ruolo fondamentale nell’affermazione dell’Impero britannico, ottenendo addirittura il diritto di acquisire nuovi territori, di battere moneta, di comandare truppe armate e di esercitare la giustizia su tutto l’immenso territorio indiano. Dal suo quartier generale di Londra, la sua straordinaria influenza si estese a tutti i continenti: la Compagnia presiedette alla creazione dell’India britannica, fondò Hong Kong e Singapore, ingaggiò Capitan Kidd per combattere la pirateria, impiantò la coltura del tè in India, tenne Napoleone prigioniero a Sant’Elena, e si trovò direttamente implicata nel celebre Boston Tea Party che funse da detonatore per la guerra d’indipendenza degli Stati Uniti, salvo poi sciogliersi nel 1874 a causa dell’evoluzione economica e politica del XIX secolo. Era dunque di vitale importanza il riuscire a conservare i cibi sulle navi per lunghi periodi, per poterli poi consumare mesi più tardi, a destinazione raggiunta. Questo il testo originale della preparazione per conservare la trippa:

To preserve tripe to go to the East-Indies. Get a fine belly of tripe, quite fresh. Take a four gallon cask well hoop’d, lay in your tripe, and have your pickle ready made thus; take seven quarts of spring water, and put as much salt into it as will make an egg swim, that the little end of the egg may be about an inch above the water; (you must take care to have the fine clear salt, for the common salt will spoil it); add a quart of the best white vinegar, two sprigs of rosemary, an ounce of all-spice, pour it on your tripe; let the cooper fasten the cask down directly; when it comes to the Indies, it must not be opened till it is just a-going to be dressed; for it wont keep after the cask is opened. The way to dress it is, lay it in water half an hour; then fry or boil it as we do here.

Questa la traduzione (un quarto equivale più o meno ad un litro, ed un gallone a quattro litri): “Come conservare la trippa perché vada nelle Indie Orientali. Procurarsi una bella pancia di trippa, piuttosto fresca. Prendere un caratello da quattro galloni, cerchiato bene, distendervi la trippa, ed avere pronta una salamoia siffatta; prendere sette quarti di acqua di sorgente, e mettervi dentro tanto sale quanto basti a far galleggiare un uovo, ovvero che la parte superiore dell’uovo sia fuori dell’acqua di un pollice; (dovete fare attenzione ad usare sale fino chiaro, perché il sale comune rovinerebbe la salamoia); aggiungervi un quarto del migliore aceto bianco, due rametti di rosmarino, un’oncia di pepe della Giamaica, versarla sulla trippa; lasciare che sia il bottaio a sigillare direttamente il caratello; quando arriva nelle Indie, [il caratello] non deve essere aperto fino al momento della preparazione, perché [la trippa] non si mantiene a lungo dopo che il caratello è stato aperto. La maniera di prepararla è di lasciarla in acqua per mezz’ora; quindi friggerla o bollirla come si usa qui”.

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Come ricorda Leo Codacci nella prefazione al volume originale, in “Troppa Trippa” Indro Neri ha proposto “uno studio, una ricerca accurata, un atto di amore che esaltano la stessa storia tenuta in vita a Firenze dai ventisette trippai” ed il volume, che era di quasi duecento pagine ma viene ora ripubblicato in agili Quaderni, “è anche far poesia di quella vera… particolarmente per la trippa”. In questa deliziosa ricerca, che aveva impegnato l’autore per tre lunghi anni, era contenuta la storia dei trippai dall’antichità ad oggi, le ricette toscane sulla trippa, quelle regionali da tutta Italia e quelle caratteristiche di ogni nazione oltre ad indicazioni culinarie ripescate da antichi manoscritti o grazie alla tradizione popolare; e ancora curiosità sulla trippa, notizie sulle confraternite italiane e straniere per la promozione della trippa nel mondo, la trippa nella poesia, nella letteratura e nei fumetti, modi di dire e proverbi sulla trippa e molto altro ancora. Tutti questi contenuti – rivisti ed ampliati da nuove ricerche – vengono ora raccolti periodicamente nella collana dei Quaderni di TroppaTrippa.com, pubblicazioni tematiche per la gioia di chi ama la trippa anche se è troppa.

Chi è Indro Neri

Fiorentino, editore, scrittore e giornalista, dal 1997 Indro Neri si occupa di trippa, collabora regolarmente a riviste, siti Internet e blog, ed ha al suo attivo numerosi libri. Appassionato di viaggi e di storia della gastronomia italiana e straniera, è stato ospite di Rai Uno e Rete 4 in veste di esperto di trippa nel mondo ed è tuttora regolarmente invitato a presenziare fiere, concorsi ed eventi gastronomici sul quinto quarto. Uno dei fondatori della Accademia della Trippa nel 2008, nel 2019 è stato insignito del titolo di Commendatore d’Onore della Confraternita d’la Tripa di Moncalieri e dal 2023 fa parte della North American Tripe Association. Indro è sempre disponibile per collaborazioni, interventi e presentazioni sulle mille curiosità legate al tema della trippa.

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