Nel cuore della Val di Non, il santuario di San Romedio si erge come simbolo di spiritualità e tradizione, attirando pellegrini e visitatori ogni anno, soprattutto in occasione della festa del santo patrono. Oltre alla profonda devozione che richiama fedeli al luogo sacro, un altro rito conviviale si intreccia infatti con la celebrazione: la degustazione della trippa del pellegrino. San Romedio è una figura leggendaria di asceta e pellegrino. Nobile bavarese del V secolo nato ad Innsbruck, abbandonò le ricchezze per ritirarsi da eremita tra le gole della Val di Non, dedicandosi a una vita di preghiera e austerità. Il santuario, con le sue cappelle e la ripida scalinata, a tre chilometri da Sanzeno (Trento) è oggi un luogo di profonda devozione, noto anche per l’iconica leggenda dell’orso addomesticato che il santo usava come cavalcatura. La trippa, storicamente legata alle tradizioni contadine e alla cucina povera, è divenuta il simbolo gastronomico della festa di San Romedio. Il 15 gennaio di ogni anno vengono preparati oltre due quintali di trippa, distribuita a pranzo nella foresteria del santuario ai pellegrini e ai visitatori. La degustazione della trippa in questo caso non è solo un pasto, ma un rito che celebra la memoria, la condivisione ed il legame con il territorio.