Un chilo di trippa (mezzo chilo nella cuffia), un piedino di vitello, una cipolla, una presa di timo, una foglia di alloro, due patate, un cucchiaino di maggiorana, un cucchiaino di prezzemolo, mezza tazza di strutto o lardo, una tazza di farina, un quarto di tazza di acqua, sale, pepe nero, pepe di Caienna (sei persone).
La “Philadelphia pepper pot soup” o “Philadelphia hot pot” è una zuppa di trippa tipica della Pennsylvania che è passata alla storia per essere stata il piatto «ufficiale» della Rivoluzione americana. Si dice infatti che sia stata una ricetta inventata a Valley Forge per le truppe del generale Washington durante l’inverno del 1777-78: essendo i suoi soldati infreddoliti ed affamati, e per di più con il morale a terra, George Washington ordinò al suo cuoco di preparare una razione di cibo di emergenza che fosse caldo e consistente. Costui senza perdersi d’animo, avendo a disposizione solo del pepe e della trippa che gli era stata regalata da un macellaio di Filadelfia, improvvisò questa deliziosa zuppa, poi venduta al grido di
All hot all hot
pepper pot pepper pot
makes back strong
makes live long
all hot pepper pot
Le truppe del generale Washington affamate ed infreddolite a Valley Forge
LA PEPPER POT È UNA RICETTA DELLE BARBADOS?
Secondo alcuni studiosi di storia della gastronomia la zuppa di trippa della Rivoluzione americana non venne affatto inventata dal cuoco di George Washington. Si tratterebbe invece della rielaborazione del “callaloo”, la zuppa giamaicana a base di gombo (a sua volta derivata da una simile ricetta dell’Africa occidentale), e più precisamente di una variante del “callaloo” chiamato “cohobblopot”, di cui George Washington si dice venne a conoscenza nel recarsi a Barbados in visita al fratello Lawrence. Furono i numerosi immigranti che giunsero a Philadelphia da questa isola delle Piccole Antille ad introdurre in America questa ricetta tradizionale, diventata poi la zuppa di trippa per il quale la capitale della Pennsylvania va oggi famosa.