Non era propriamente una sagra della trippa ma, sempre attento a tutte le iniziative di ispirazione popolare, mi è bastato leggere che alla Festa de le cove di Petritoli proponevano piatti “de na ota” (“di una volta”) per nutrire belle speranze. Non sono rimasto deluso: una delle pietanze tipiche che era possibile assaggiare era infatti la trippa cucinata alla maniera locale. E dunque visita d’obbligo.
La Festa de le cove, ovvero dei covoni di grano, è in assoluto la più sentita manifestazione del piccolo paesino medievale, uno dei borghi che si fregia di essere fra i più belli d’Italia e che si trova nelle Marche in provincia di Fermo. Svoltasi sabato 13 e domenica 14 luglio tramanda in chiave religiosa gli antichi riti pagani in onore di Cerere, la dea delle messi, con cortei in costumi tradizionali, sfilate di carri allegorici, musica e stornelli popolari. La domenica dunque, come da tradizione, si è aperta con la sfilata delle “forosette”, le contadine con le offerte di grano per la Madonna durante la Santa Messa, ma che nell’antichità venivano donate ai signori ed alla borghesia petritolese.
Le degustazioni erano possibili presso i vari punti-ristoro sparsi nelle vie del borgo illuminato la sera dalle sole torce.
La trippa di Petritoli presso l’Osteria de le cornacchie, era stata declinata in maniera per me del tutto inusitata, ovvero in una insolita ricetta al sugo che assieme al tradizionale fondo di odori vedeva l’aggiunta di mentone (menta selvatica) e finocchio selvatico – raccolti direttamente dal cuoco sulle colline circostanti – prima di essere condita con abbondante pepe nero. Non c’è che dire: anche con il caldo estivo, ne è valsa davvero la pena!