Non è stato facile tirare a diritto senza distrarsi passando davanti alle varie stazioni di gusto allestite all’interno del chiostro della chiesa pratese di San Domenico ed arrivare alla trippa senza tentennamenti. La due giorni di arte, cultura ed enogastronomia “Da chiostro a chiostro” – promossa da Confesercenti Prato ed inserita nel programma degli eventi di EatPrato – ha visto protagonisti undici ristoranti, quattro pasticcerie e quattro enoteche pratesi ospitate in tre suggestivi chiostri del centro: San Domenico per i piatti principali, Sant’Agostino per i dolci e – nomen omen – Spirito Santo per gli alcolici.
Dicevo, la trippa. Scansando sformatini di piselli con crema di burrata e pomodorino confit, evitando pizze farcite con mortadella, fiordilatte, stracchino, granella di pistacchio e zest di limone, e girando forzatamente la testa davanti alle montanare con pecorino toscano, paté di pomodori secchi e pesto di basilico, sono arrivato alla meta: il banco dell’osteria Il Cantiere che proponeva la sua trippa fritta con salsa verde.
La trippa dell’osteria è una proposta che è fissa nel menù del locale di San Giorgio a Colonica, qualunque sia la stagione. Ed a ragione. Fritta al momento, la trippa era asciutta, croccante e particolarmente tenera, e la salsa verde rustica come si deve (acciughe, prezzemolo, aglio, pane sbriciolato) ma non “ignorante”.
Abbinandoci un bicchiere di birra artigianale Mosto di Malto, leggera e dal sapore fresco ed acidulo (era una Berliner Weisse) mi sono dunque seduto ad uno dei tavoli sistemati all’interno del chiostro e con il sole del tardo pomeriggio che conferiva all’ambiente una tonalità calda, allietato da un piacevole sottofondo di musica jazz, mi sono goduto in tutta tranquillità questa particolare apericena pratese.