Tamerò: se il nome del locale è tutto un programma, promette bene anzi molto bene. Ed infatti non mi ci è voluto molto per scoprire che da Tamerò a “T’amo” il passo è davvero breve. Aperto nel 2012 in piazza Santo Spirito all’interno di una vecchia carrozzeria, questo ristorante fiorentino si distingue per l’offerta di pasta fresca ed una curata selezione di pizze tutte fatte con impasto lievitato oltre quarantotto ore, ma anche antipasti diversi dal solito come il carciofo in umido con rosmarino o il crostone di frattaglie con erbette autunnali, e secondi piatti ricercati tra cui il motivo per cui ho deciso di cenare qui ieri sera: una intrigante “sfera di frattaglie con salsa di fagioli”.
In un mondo di polpette ed arancini si fa presto a dire palla, invece lungi dal ritrovarmi a degustare l’ennesima versione di lampredotto tritato, mi è stato servito un piatto elegante composto appunto da una vera e propria sfera adagiata su una crema di fagioli e guarnita da una indovinata emulsione all’arancio.
Al suo interno lampredotto e trippa a pezzi grossolani, all’esterno una sottile impanatura fritta alla perfezione, asciutta e leggera, rimasta intatta e croccante nonostante il lungo contatto con la crema di fagioli. (E non parliamo della crema di fagioli che reggerebbe il confronto del gusto anche se proposta a sé stante come antipasto).
Insomma, un piatto che si guadagna pieni voti. Il costo è quello di quattro panini al lampredotto ma il portafoglio si apre volentieri. Non solo perché ogni boccone è una riconferma del pieno equilibrio dei sapori ma anche per l’elegante presentazione del piatto che, esaltata dallo stile industriale del locale, strizza davvero l’occhio alla cucina futurista.