Mi piace prendere e partire, immergermi per una serata in un posto ed in una cultura nuova e la Sagra della trippa al formaggio di Poggetto ieri sera mi ha dato proprio questa occasione.
Il piccolo paese, una frazione di Serra Sant’Abbondio in provincia Pesaro e Urbino, si è raccolto intorno alla piazza-terrazzo nella quale erano state predisposte le attrazioni di questo fine settimana: un banco per la distribuzione del cibo, una serie di tavolate sotto un tendone (ma ce ne erano altre anche girato l’angolo), una stazione per vino e birra ed uno spiazzo che in serata si è trasformato in una frequentatissima pista da ballo grazie alla musica di una coppia di artisti che spaziava da brani conosciuti a mazurche romagnole. E non poteva mancare la pesca di beneficenza e la grande lotteria finale.
Inutile dire che si conoscevano tutti e forse l’unico imboscato era proprio il sottoscritto, ma la gentilezza dei volontari e la cordialità delle persone con le quali ho condiviso la cena di sabato mi hanno fatto subito sentire a casa. La trippa al formaggio, specialità di cui Poggetto si fa portabandiera da quarantaquattro anni, era deliziosa. Tenera al punto giusto, condita da un ricco sugo fatto anche con la maggiorana, che qui chiamano persichina, non ha deluso le aspettative. Per le due giornate della sagra ne verranno preparati in tutto circa due quintali e mezzo da una squadra di quattro-cinque persone che si occupano esclusivamente di cucinare questa specialità.
Trovandomi nella zona giusta, ho poi dovuto assaggiare anche la crescia preparata in casa dalle signore locali e farcita con formaggio ed erba. Che dire? Anche questa una scelta indovinata. “Ma la polenta alla carbonara l’ha provata?” mi ha chiesto il vicino di panca. “E il panino alla braciola? Gli gnocchi al sugo di anatra?”. Eh, sarà per la prossima volta: ho uno stomaco solo.