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Due trippai fra i primi socialisti anarchici di Firenze

Il libro "Le origini del socialismo a Firenze (1860-1880)" di Elio Conti, pubblicato nel 1950 per i tipi delle edizioni Rinascita, segnala che fra i "più influenti internazionalisti" fiorentini vi erano anche due trippai:

"La diffusione del socialismo anarchico in Italia fu una conseguenza dell'arretratezza dell'ambiente economico-sociale e dell'immaturità politica delle masse lavoratrici della penisola. In quegli anni; l'economia delle regioni dell'Italia centrale e meridionale, dove l'anarchismo trovò la sua culla si trovava in una fase di passaggio da rapporti di produzione di tipo artigianesco e mezzadrile all’industria capitalistica; non esisteva un proletariato come classe omogenea e con caratteristiche ben determinate; il 'popolo minuto' era composto o da artigiani indipendenti, bottegai, piccoli imprenditori (piccola borghesia), o da garzoni-artigiani, lavoranti a domicilio, operai alla ventura (sottoproletariato). Il socialismo anarchico era appunto il prodotto di questo primitivismo di classe, era l'espressione della protesta e dello stato di fermentazione di larghi strati di sottoproletariato ridotti alla fame ed alla disperazione dal progressivo esaurimento delle tradizionali fonti di lavoro e dal ritmo lento e faticoso con cui procedeva la nascente organizzazione capitalistica. Il proletariato dell'industria moderna rimase estraneo all'esperienza anarchica. Nelle poche grandi fabbriche che esistevano allora in Firenze e dintorni, come la fabbrica Ginori di Doccia, la fonderia del Pignone, l'officina Galileo, le officine ferroviarie e i lanifici pratesi, il movimento internazionalista, dopo l'episodio del Fascio Operaio, non riuscì a far breccia. Da una diligente statistica da me compiuta sui documenti della polizia per gli anni 1874-78, risulta che fra i 'più influenti internazionalisti' fiorentini vi erano: 1 scritturale, 18 fabbri-meccanici, 13 falegnami o mobilieri, 24 calzolai, 6 tipografi, 9 parrucchieri, 6 muratori o manovali, 8 verniciatori o imbianchini, 3 tornitori, 3 tappezzieri, 2 mosaicisti, 3 sarti, 3 sigaraie, 2 ebanisti, 5 garzoni-macellai, 3 garzoni-fornai, 3 scalpellini, 4 marmisti, 2 camerieri, 7 spazzini, 2 trippai, 4 facchini, 4 cenciaioli, 7 conciapelli, 9 braccianti, 7 venditori ambulanti, ecc. [...] Furono gli strati economicamente e culturalmente meno evoluti del popolo quelli che accettarono con entusiasmo le teorie del socialismo anarchico, 'quell’insieme degli straccioni e della canaglia – secondo le parole del Manifesto di Marx ed Engels – che rappresenta il prodotto della putrefazione passiva degli strati infimi della società esistente'".


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